Diari Urbani è un archivio di vecchie strutture produttive inattive. Il progetto si esprime attraverso un’esplorazione all’interno della città che ha permesso di ridisegnare una mappa con traiettorie urbane inaspettate.
La prima fase del progetto è nata nel 2014, con l’intento di attuare un’osservazione del territorio con uno sviluppo temporale progressivo che mira alla creazione di un elenco di strutture a oggi abbandonate e degradate. Sono state individuate le prime 16 fabbriche storiche, partendo dallo studio di un catalogo pubblicato a Prato nel 1985 dal titolo “La città abbandonata”, (ricerca documentaria realizzata da un gruppo di ricercatori sui luoghi del lavoro costruiti nell’area pratese, nel periodo compreso tra la fine dell’800 e la seconda guerra mondiale, finalizzata ad un recupero e ad una conservazione).
Il lavoro è stato svolto da Chiara Bettazzi e Stefano Roiz. Iniziativa realizzata con la collaborazione del Centro Per L'arte Contemporanea Luigi Pecci nell'ambito del progetto regionale: Cantiere Toscana Contemporanea e Regione Toscana 2015, in collaborazione con il Comune di Prato e l'Assessorato all'Urbanistica del Comune di Prato.